Quasi un’azienda su quattro (23%) non riesce a trovare i giusti profili nel momento del bisogno e il mismatch potrebbe pericolosamente allargarsi nel futuro, in uno scenario in cui l’evoluzione e l’innovazione tecnologica stanno rivoluzionando il mercato del lavoro, determinando un incremento nella ricerca di profili Stem – Science, Technology, Engineering e Mathematics.
Deloitte ha realizzato e presentato lo studio “RiGeneration STEM – Le competenze del futuro passano da scienza e tecnologia“, che esplora un ampio orizzonte dall’orientamento scolastico al vissuto durante gli anni della formazione, fino all’ingresso del mondo del lavoro e alle prospettive per il futuro.
Svolto in collaborazione con Monitor Deloitte e SWG, lo studio esplora il contesto formativo nazionale legato all’area STEM che sconta un ampio gap tra domanda e offerta, soprattutto con un divario di genere pesantissimo, ma che garantisce e garantirà le migliori chances di accesso al mondo del lavoro.
Si stima che nei prossimi 5 anni il 15-30% delle attuali mansioni sarà processato interamente dalla tecnologia. Artificial Intelligence, Machine Learning e Robotics potranno svolgere in autonomia i task maggiormente ripetitivi e automatizzabili, consentendo agli individui di focalizzarsi sui processi decisionali a maggior valore aggiunto, caratterizzati dalla valorizzazione di abilità cognitive che richiedono una costante capacità di adattarsi al cambiamento.
L’analisi ha raccolto il punto di vista dei principali stakelholder del sistema di istruzione, partendo
da studenti e giovani occupati e non, ma anche docenti e mondo imprenditoriale, analizzando le dinamiche sottostanti le scelte dei giovani, le criticità del sistema scolastico e accademico, nonché del passaggio all’ambiente professionale, per far emergere chiare call to action sulle quali il Sistema Paese potrebbe innestarsi con iniziative sistemiche.
“Le materie Stem sono il futuro: saranno, infatti, le discipline tecniche e scientifiche a plasmare il mondo di domani. Le imprese se ne sono accorte da anni, ma non è accaduto lo stesso tra i giovani italiani, che, nella maggioranza dei casi, continuano a puntare su una formazione non Stem”, commenta Paolo Gibello, presidente Fondazione Deloitte. “Per questo, come Fondazione, abbiamo deciso di dare vita a un Osservatorio e di indagare le motivazioni delle scelte dei giovani. I risultati che emergono ci fanno capire che l’Italia ha tutto il potenziale per invertire il trend e porsi all’avanguardia del settore dell’istruzione e della ricerca anche in ambito Stem. È una grande sfida per tutto il sistema Paese e siamo orgogliosi di portare il nostro contributo. Come mostrato dallo studio emerge la necessità di intervenire nei tre principali momenti della vita di uno studente: partendo dalla fase di orientamento all’interno del panorama scolastico, passando per il vissuto durante gli anni della formazione, arrivando infine, all’ingresso del mondo del lavoro e alle prospettive per il futuro. Per questo riteniamo che debbano essere approfondite le dinamiche sottostanti le scelte dei giovani, le criticità del sistema scolastico e accademico, nonché del passaggio all’ambiente professionale, per tracciare chiare linee di indirizzo e di concreta progettualità”.
I risultati della ricerca costituiranno la base per avviare una progettualità concreta che abbia un reale impatto sulle generazioni future.
Per ascoltare il podcast dell’introduzione alla ricerca, a cura di Paolo Gibello, Presidente di Fondazione Deloitte, clicca qui
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